Ascensori

Gli ascensori sono apparecchi elevatori, impianti di sollevamento per persone che portano da un piano all'altro degli edifici o fra punti di diverso livello. Sono costituiti da una cabina che scorre verticalmente tra due guide, sostenuta da funi d'acciaio, con un'inclinazione sull'orizzontale che deve essere di almeno 15 gradi. Gli ascensori possono essere elettrici (a fune) oppure oleodinamici.

La storia

 1. L'ascensore è il mezzo di trasporto più diffuso al mondo dopo l'automobile. Rappresenta il desiderio dell'uomo di elevarsi e ha antenati nell'antica Roma (carrucole manuali azionate da schiavi nel Colosseo per sollevare i gladiatori e portarli nell'arena) e nella Francia del XVIII secolo (la “sedia volante”. Ma è con la rivoluzione industriale che si arriva all'ascensore moderno, con i primi montacarichi a vapore e idraulici per il trasporto merci; dal 1853 poi Elisha Otis trasforma il montacarichi in ascensore, adibendolo anche al trasporto delle persone. Nel 1880 il tedesco Werner Von Siemens mette a punto l'ascensore elettrico.

        
         Ascensori elettrici (a fune)

 2. Gli ascensori elettrici, detti anche ascensori a funi, sono gli elevatori tradizionali. Sinonimo di affidabilità e sicurezza nel tempo, in oltre 130 anni di vita hanno subito un'infinità di migliorie in termini di comfort ed efficienza grazie alle innovazioni tecnologiche; e attualmente vengono prodotti con particolare attenzione all'ambiente e al miglioramento del risparmio energetico. Gli ascensori elettrici moderni sono composti dai seguenti elementi principali: macchinario di sollevamento o argano, quadro elettrico di manovra, cabina passeggeri, contrappeso, funi di trazione, dispositivi di sicurezza.

        
         Ascensori oleodinamici

 3. Sono un'alternativa agli ascensori tradizionali, comodi per installazioni in piccoli edifici dove il numero di fermate, il traffico e la velocità dell'impianto siano contenuti. Si tratta di ascensori con un ingombro ridotto degli organi meccanici del vano e l'assenza di un contrappeso. L'ascensore oleodinamico è composto da: centralina idraulica, cilindro e pistone, cabina passeggeri, quadro elettrico di manovra, dispositivi di sicurezza. La cabina è collegata a un sistema cilindro-pistone in cui viene immesso e scaricato l'olio minerale in pressione regolato da una valvola. In salita il liquido viene spinto nel cilindro da una pompa idraulica, la discesa avviene per gravità con il deflusso controllato dell'olio dal cilindro. Questi ascensori sono economici da installare, ma hanno altri costi di esercizio e manutenzione rispetto a quelli elettrici.

        
         Caratteristiche a norma

 4. Per essere a norma di legge gli ascensori devono essere in possesso di alcune importanti caratteristiche: dispositivo per limitare la velocità, dispositivo per impedire la caduta e i movimenti incontrollati, dispositivo di sicurezza contro il logorio delle funi, dispositivo per bloccare l'elettricità dai sovraccarichi, dispositivo di ammortizzazione, dispositivo per bloccare le porte del piano, dispositivi di emergenza per comunicare con l'esterno della cabina, ampiezza sufficiente della cabina rispetto alla capienza, impianto di aerazione, illuminazione interna, comandi chiari che possano essere utilizzati anche dai disabili. Ogni due anni alcuni organismi certificati - di solito Asl o Arpa - dovranno verificare che l'ascensore sia a norma.

        
         Sicurezza

 5. Ci sono anche alcune caratteristiche degli ascensori che possono attestarne la sicurezza: se è presente una sala macchine, deve essere abbastanza grande affinché permetta le manovre necessarie  e deve avere al suo interno un interruttore generale per spegnere l'intero impianto; non devono esserci tubature estranee nel vano di corsa; la fossa del vano di corsa deve essere ricoperta da materiali ignifughi; le pareti del vano di corsa devono essere resistenti al fuoco; anche la porta d'accesso doppia deve essere ignifuga; se il vano di corsa è delimitato da pareti, deve esserci la corretta illuminazione al suo interno.

 

Detrazione fiscale

 6. La buona notizia è che la nuova installazione o la sostituzione di ascensori preesistenti esterni o interni con altri aventi caratteri diversi o per adeguamenti alla legge dà diritto alla detrazione fiscale Irpef del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia in vigore fino al 31 dicembre 2014. Questo perché l'installazione di un ascensore rientra tra gli interventi di manutenzione straordinaria finalizzati all'eliminazione delle barriere architettoniche. Sulle prestazioni di servizi relativi a interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria effettuati su immobili residenziali esiste anche un regime agevolato, e cioè l'IVA ridotta al 10%.

        

         Ascensori condominiali

 7. Per chi vive in un condominio sprovvisto di ascensori e ha intenzione di installarne uno, è bene sapere che è possibile dotare un immobile di un montacarichi o un ascensore previo consenso della maggioranza dei condomini, purché questi siano in possesso di 2/3 dei millesimi. Il nuovo Regolamento del Condominio, in vigore da giugno 2013, fornisce dettagli esaurienti sull'argomento. Ovviamente requisito fondamentale è che l'installazione di ascensori non mini la stabilità dell'edificio. I condomini non pagheranno la stessa quota di spese, che sono invece ripartite secondo due criteri: metà delle spese viene divisa a seconda dei millesimi, l'altra metà si divide a seconda del piano di abitazione. Un condomino può anche rifiutare di pagare i costi dell'ascensore se dichiara ufficialmente che non ne usufruirà in alcun modo. Se dovesse cambiare idea, sarà rivalutata la suddivisione delle spese.

        

         Ascensori domestici o interni

 8. Se un'abitazione unifamiliare è disposta su più piani o livelli, si può decidere comunque di installare un ascensore domestico interno alla casa. In questo caso di solito si parla di elevatori o piattaforme elevatrici, che si installano con maggiore facilità e hanno un ingombro ridotto.

        

         Ascensori inclinati

 9. Si tratta di ascensori che trasportano persone; non si muovono in verticale ma compiono un percorso inclinato. È più facile che siano impiegati per il servizio pubblico (spesso collegano zone di una città situate ad altezze differenti), ma è possibile anche trovarli all'interno di spazi privati come edifici e giardini. Il sistema di sollevamento in questo caso poggia su vie di guida realizzate in travi d'acciaio o con rotaie ferroviarie. Si parla di ascensore inclinato se l'inclinazione è inferiore o pari a 75°. Oltre i 75° sono considerati ascensori verticali.

 

L’elevatore personale, ideale per persone anziane, con difficoltà motorie e per disabili, si può installare in qualsiasi contesto abitativo, dalla villetta all’appartamento a due piani, mentre l’ascensore diventa per legge obbligatorio in un contesto abitativo privato con più di tre livelli.

 

Esistono tre tipi di installazione per ascensori ed elevatori:

  • l’installazione interna alla casa, in un vano in muratura
  • l’installazione esterna all’edificio
  • L'installazione che prevede una struttura portante metallica interna al vano scala, soluzione molto usata durante ristrutturazioni di palazzi antichi in cui non viene intaccata la struttura architettonica.

Le soluzioni con strutture metalliche sono più care rispetto le altre a meno che non si debba appositamente realizzare il vano in muratura che comporta spese maggiori.

I montascale a poltroncina possono essere installati su qualsiasi scala con una larghezza minima di 660 mm mentre i montascale piattaforma, più usate per il trasporto di carrozzine per disabili, possono essere installate su scale la cui larghezza minima è di 1050 mm: la soluzione migliore, tra le due opzioni, dipende dalle diverse esigenze del consumatore.

Mente i montascale non prevedono l’obbligo di manutenzione, per ascensori, piattaforme ed elevatrici vi è per legge un obbligo di manutenzione: la verifica va effettuata con una visita semestrale da parte di personale specializzato, inoltre ogni due anni, viene realizzato un controllo da parte di un ente preposto oppure ASL o ARPA a cui il proprietario dell’impianto ha affidato l’incarico.

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